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Questo è il Cursillo

30 Novembre 2018 2.067 visite

Proviamo a guardarci dentro a partire dalla concreta esperienza di chi lo ha vissuto e vorrebbe proporlo a tutti come strumento per scoprire l’amore di Dio per l’uomo

Quando il parroco del mio paese mi chiese di partecipare a un ritiro di tre giorni, non so per quale inspiegabile motivo, dissi subito di sì. Allora non frequentavo la chiesa e il parroco quasi nemmeno lo conoscevo; non mi disse nulla dell’esperienza a cui andavo incontro e io non chiesi nulla, solo dentro di me mi ripetevo che ci andavo per curiosità, per riposarmi tre giorni, ma che non si sognassero di cambiarmi, ci avevo messo cinquant’anni per sistemare in un ordine che credevo definitivo i tasselli della mia vita.
Questo è il cursillo: un’occasione che dobbiamo darci a un certo punto della nostra esistenza per scoprire le vere ragioni che ci muovono e per vedere, oltre una finestra improvvisamente spalancata su un panorama mozzafiato, che Dio ci ama da sempre e non si rassegna a vederci lontani da Lui. Tre giorni lontano dalla frenesia del mondo, senza televisione, giornali e cellulare, sono qualcosa di impensabile nell’economia delle nostre settimane: per questo è richiesta una buona dose di coraggio per dire “Io vado a vedere”. Ma se la cosa ce la propone un amico, una persona che conosciamo bene e a cui vogliamo bene, perché non considerare l’invito come un regalo che ci viene fatto, perché non accogliere la sua testimonianza come una proposta da verificare di persona?
Questo è il cursillo: uno scambio di doni tra persone adulte che magari vivono in modo diverso la dimensione della fede, ma che sono unite dal sentimento forte dell’amicizia. Ora essere amici vuol dire rispettarsi,stimarsi, comprendersi, riconoscersi come essere pensanti liberi: le domande su chi sono, da dove vengo, dove vado, che senso ha la mia vita se le pone anche il mio amico, te le poni anche tu che leggi questo scritto? Se la risposta è positiva, perché non “tentare” anche questa risposta?
Questo è il cursillo: uno strumento per chi è in ricerca, per chi non ha trovato tutte le risposte, per chi a qualunque età ancora non si accontenta. Per questo diciamo che il cursillo è per i lontani. Ma su questa lontananza bisogna intenderci: sono lontani quelli che dicono apertamente di non credere, quelli che contestano la chiesa come istituzione, quelli che dicono di avere perso la fede per strada, ma talvolta sono lontani anche coloro frequentano con assiduità la chiesa. E’ una questione di autenticità e di coerenza: la Buona Novella del Vangelo devo conoscerla per viverla, ma anche per criticarla, e per fare questo devo andare alla fonte.
Questo è il cursillo: una nuova capacità di ascolto di quello che mi dicono nella tre giorni sacerdoti e laici, di quello che mi indicano della Parola di Dio, di quello che vedo nella testimonianza di chi vive come me le difficoltà quotidiane in famiglia e sul lavoro, di quello che consapevole della mia fame e della mia sete io stesso saprò ancora e ancora cercare. Se questo posso trovarlo in un’esperienza concreta di comunità (parlando, cantando, pregando, mangiando, scherzando, celebrando, ascoltando insieme a persone come me, che non si ergono in cattedra per dirmi come devo fare, ma semplicemente come hanno fatto loro) perché non provarci? Tutto questo è il cursillo,se si tralascia il lavoro instancabile e straordinario dello Spirito di Dio che soffia nei cuori e nelle menti dei presenti.

Carlo De Benedetti

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