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Scuola responsabili del 14 giugno 2013

24 Giugno 2013 1.928 visite

Meditazione di don Pierangelo Pietracatella

Il tema di questo incontro è stato IL PECCATO.

L’incontro ha avuto come brano biblico di riferimento Gn 4, cioè le figure di Caino e Abele.

Facendoci notare come Caino si ribelli a Dio, reo agli occhi di Caino per via di un atteggiamento apparentemente ingiusto, tale da accettare le offerte di Abele, ma rifiutare quelle di Caino, Don Pierangelo ci ha fatto riflettere sui sentimenti che stanno alla base delle valutazioni di Caino: invidia e gelosia. Dio ci dice che il peccato sta sempre accovacciato alla nostra porta, ma col Suo aiuto lo possiamo dominare. Se non lo facciamo è perché il nostro cuore è lontano da Dio. Questa è la radice del peccato e da qui nasce il male, per chi pecca, innanzi tutto, poi per le vittime delle azioni del peccatore e anche per tutta l’umanità.

Se l’altro per me è un fastidio, se il suo bene rappresenta per me un limite alla mia felicità e serenità, lì parte una reazione che mi porterà a volere il male all’altro e a cercare di prevaricarlo.

Non basta combattere le conseguenze del peccato, ma bisogna lottare contro gli istinti di peccato.

La vigilanza verso ogni pensiero cattivo è meglio che rimediare alle conseguenze delle nostre cattive azioni.

Amare i nostri nemici e pregare per loro è una richiesta di Gesù, che sentiamo come vera e attuabile solo sotto la spinta dello Spirito Santo. Dal peccato ci si libera facendo esperienza della misericordia di Dio, che muta la nostra inquietudine in pace armoniosa.

La relazione è la verità ontologica di ogni uomo: senza l’altro io non esisto.

Il primo peccato è quello di separare la mia vita da quella di mio fratello, se me lo scarico dalle spalle e dalla mia vita (non ne sono più custode), non lo sento più con me in una appartenenza comune all’amore di Dio.

La vigilanza dei nostri pensieri cattivi ci deve portare a non entrare nemmeno in dialogo con loro, altrimenti quello è già l’inizio del peccato. Tenere il cuore pulito è come curare la casa o il giardino: ci si vive meglio.

Spesso dobbiamo fare i conti con la nostra incoerenza. A fronte di un pensiero cattivo diciamo che quello non conta, perché “ non ho FATTO mica niente di male”. Invece, nel bene, diciamo che “basta il pensiero” se abbiamo un sentimento positivo e poi magari non diamo un seguito concreto di opere buone a quel pensiero positivo.

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