Scuola responsabili del 14 novembre
14 Novembre 2014 | 2.525 visite |
Relatore: don Angelo Vennarucci
Tema : Lo Spiriro Santo e i suoi doni
Alla presenza di oltre 30 partecipanti Don Angelo ci ha accompagnato in un “ripasso” di cose che dovremmo già sapere, come ricordo del catechismo. Inoltre anche durante i tre giorni di Cursillo, il tema dei doni dello Spirito Santo viene sviluppato. Certo che tutti abbiamo riconosciuto come sia diverso apprendere delle nozioni sulla nostra fede, rispetto poi alla loro traduzione pratica nella vita quotidiana.
Il contributo di Don Angelo è stato centrato soprattutto su questo aspetto. Ci ha ricordato poche ed essenziali nozioni di catechismo, ma ne ha saputo sottolineare con efficacia le ricadute pratiche sulla nostra vita quotidiana.
In generale, parlare dei DONI dello Spirito Santo non vuol dire la stessa cosa che parlare dei CARISMI che ciascuno di noi può avere. Questi ultimi sono diversi per ciascuno e affidati per il bene comune, ma i DONI sono azioni concrete che lo Spirito Santo compie a sostegno dei credenti che si impegnano per vivere cristianamente. Don Angelo ha cominciato ad elencarli, o meglio ad approfondirne sinteticamente le implicazioni concrete, ma trattandoli in ordine inverso rispetto alla definizione catechistica Vogliamo riportare qui di seguito in modo molto sintetico una specie di “sotto-titoli” che Don Angelo ha dato per ciascuno dei sette doni dello Spirito Santo.
TIMOR DI DIO = capacità di sentirsi figlio di DIO, quindi amato da Dio
PIETA’ = profondità del legame di amore con Dio e con i fratelli
SCIENZA = scoprire la presenza del Creatore nel Creato
FORTEZZA = aiuto a superare situazioni umanamente insopportabili
CONSIGLIO = capacità di vivere ciò che l’intelletto ci fa capire come vero
INTELLETTO = capacità di capire nel profondo gli elementi della realtà
SAPIENZA = saper godere e gioire delle verità di Dio che gli altri sette doni ci fanno cogliere
Don Angelo ha concluso con un paragone emozionante. La PREGHIERA è come il pianto del neonato : il vero contenuto, cioè quello di cui abbiamo bisogno, lo capisce meglio il genitore (cioè DIO) che il neonato stesso (cioè io che prego).