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Scuola responsabili – 12 ottobre 2012

12 Ottobre 2012 2.730 visite

Meditazione di don Massimo Bianchi

All’inizio dell’incontro ci siamo confrontati sull’idea che ciascuno dà alla parola Grazia.
Sono emersi tre diversi aspetti, tre diversi modi, tutti veri e coerenti, di intendere la Grazia: Grazia come dono, gratuito. Grazia come intervento dello Spirito Santo nella nostra vita, ed infine Grazia intesa come relazione personale con Dio.

Che significato ricopre, invece, la parola fede? Dando una definizione vivenziale, potremmo dire che la Fede è avere una storia con Dio. Avere una storia vuol dire che se parlo di me, quando mi racconto, non posso fare a meno di nominare l’Altro: la “storia” è comune ad entrambi i protagonisti, altrimenti si avrebbero due storie distinte.

La fede è la nostra risposta alla Grazia. La Grazia mi suggerisce che questa storia è cominciata da Lui, è Dio che ha preso l’iniziativa e che mi ha cercato, si è rivelato. Noi, al limite, possiamo riconoscerne l’esistenza, ma non possiamo creare la “storia”.

Nella storia dell’uomo è sempre Dio che si rivela per primo e realizza una storia di salvezza, come possiamo riconoscere in diversi episodi biblici.
La radice dell’amore che posso avere per il prossimo o del perdono che concediamo al fratello proviene da Lui che per primi ci ha amati, dalla sua Grazia mediante la quale si realizza la nostra storia.

In quest’ottica si può dare anche una diversa definizione di peccato: peccato è non voler più avere una storia con Dio.

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