Scuola responsabili – 8 giugno 2012
8 Giugno 2012 | 2.654 visite |
Meditazione di don Pierangelo Pietracatella
Dobbiamo essere pronti a rispondere alla chiamata, pronti a decidersi, forti del fatto che non siamo soli, ma ci sono molti che pregano per noi.
La nostra testimonianza siano le meraviglie che Dio ha fatto per noi, quella è la Chiesa da mostrare agli altri!
Dal brano del Vangelo del “giovane ricco” che Gesù guardò e amò (lo amò prima di sapere come avrebbe risposto alla chiamata) traiamo la considerazione che lo sguardo di Dio può essere fulmineo (dopo tutto frana!) oppure lento, maturato nel tempo; fondamentale è tornare al momento in cui abbiamo avvertito lo sguardo (non una volta sola … ) e vincere la grande paura, la paura di noi stessi (lo sguardo ci libera).
Dal racconto di Abramo: “II Signore disse ad Abramo …” ed egli partì, subito. La parola di Dio ci mette in movimento, ci fa partire alla ricerca di noi stessi (non è un “uscire fuori”, ma un “entrare dentro di sé” insieme a Dio che viene lì, dentro di noi per rischiarare, per curare le nostre piaghe, le nostre pieghe, per perdonare).
Un uomo non può perdonare se stesso: di fronte agli squilibri dell’uomo e del mondo (divisione dentro l’uomo, convinzione e fiducia nelle proprie forze, gli interrogativi capitali) ci chiediamo “qual è la suprema vocazione dell’uomo?” Essere salvato, essere perdonato, ma questa ha senso solo se è un Altro a farlo.
L’esperienza di Dio, quando siamo riusciti a confidarci e a abbandonarci a Lui, ci fa capire che Dio ci ama e ci manda. Ricordiamo l’esperienza di San Francesco, i suoi sogni, le sue ricadute, ma l’incontro vero avviene solo dentro di sé (nel fondo della caverna) e fuori negli altri (nei poveri che “nominavano” Dio perché solo quello avevano.
Anche a noi verrà chiesto di andare: partiamo dal perdono avvertito (lo sguardo), partiamo dal perdono che attendiamo e andiamo senza avere paura.
La nostra testimonianza siano le meraviglie che Dio ha fatto per noi, quella è la Chiesa da mostrare agli altri!