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Scuola responsabili del 10/5/2013

16 Maggio 2013 2.617 visite

Meditazione di don Massimo Bianchi

Il tema di questo incontro è stato LA PREGHIERA

Il previsto incontro di Scuola Responsabili ha visto ancora una volta una presenza abbastanza numerosa e decisamente attenta e partecipe.

Don Massimo ci ha ricordato l’immagine biblica della Gerusalemme Celeste, dicendo che tale descrizione non è relativa ad un luogo fisico (nessuna città degli uomini sarebbe costruita in quel modo), ma rappresenta la condizione di unione a Dio, cioè lo stato che raggiungiamo grazie alla preghiera. La Gerusalemme Celeste ha tre porte su ogni lato, è cioè un luogo in cui non è difficile entrare, ma anzi un posto senza difese o barriere, facilmente accessibile e con tante possibilità di ingresso. Le tante porte sono le varie motivazioni della preghiera, cioè la richiesta di perdono o di grazie, l’intercessione, la lode, ecc.

Don Massimo ci ha anche chiesto di esprimere la nostra personale esperienza di preghiera. Ne sono emerse immagini molto personali, ma alcune molto suggestive. Ad esempio è bello sentire la preghiera come il temperino che fa la punta alla matita che siamo noi, per farci scrivere meglio la nostra vita. Dio desidera stare con noi più di quanto noi Lo cerchiamo, la preghiera è un bene per chi prega, lo fa crescere in fraternità.

Don Massimo ha commentato il passo del Vangelo in cui Gesù ci dona il Padre nostro, sottolineando che “il Padre sa ciò di cui abbiamo bisogno”. Eppure nel Padre nostro c’è solo un continuo elenco di 7 richieste. Queste non servono per ricordare a Dio quello di cui abbiamo bisogno, ma per ricordare A NOI che quei sette doni sono il nostro bene e solo quando ne saremo consapevoli, Dio potrà donarli alla nostra vita. La santificazione del Suo Nome, la venuta del Suo Regno e soprattutto l’attuazione della Sua Volontà sono richieste che Dio non ci può negare, ma che richiedono da noi la docilità concreta ai cambiamenti delle situazioni sbagliate nella nostra vita. Dobbiamo pregare credendo alla possibilità che in qualsiasi situazione umana, anche di male profondo, io senta che l’Amore di Dio non viene meno ed ha ancora la possibilità di risplendere nel cuore degli uomini.

La serata è trascorsa veloce con un susseguirsi di interventi dei presenti e precisazioni di Don Massimo e di Don Francesco. Quando, alle 23h passate, abbiamo dovuto interrompere, i sacerdoti non hanno avuto il tempo e il modo di riassumere i punti salienti che erano stati esposti. Siamo stati quindi invitati a ripensare personalmente alle affermazioni che più avevano colpito il cuore di ciascuno di noi, per portarle nella nostra preghiera personale quotidiana, sforzandoci di imparare a capire che la preghiera non è soltanto il momento in cui io offro a Dio qualcosa di me, ma l’occasione in cui ricevo da Lui la luce che può illuminare la mia vita ed il mio comportamento.

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