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Scuola responsabili del 12 luglio 2013

23 Luglio 2013 2.108 visite

Meditazione di don Angelo Vennarucci

Il tema di questo incontro è stato IL MIRACOLO.

L’ultimo incontro di Scuola Responsabili, prima della pausa estiva, ha voluto riprendere alcuni temi fondamentali trattati negli incontri di quest’anno, come la GRAZIA, la PREGHIERA, la FEDE e il PECCATO, aggiungendo una visione sugli interventi “straordinari” di Dio nella nostra vita di uomini e donne, cioè l’idea di MIRACOLO.

Don Angelo ha iniziato con una splendida sintesi, domandandoci se secondo noi Dio concede una stessa quantità di GRAZIA a tutti. La sua risposta è che . . . . la domanda non va posta così, ma dobbiamo invece domandarci quanta parte sappiamo accogliere della Grazia che Dio dà a ciascuno di noi. Il vero senso della PREGHIERA è infatti quello di chiedere il dono di non sprecare la Grazia che ci viene offerta. Il vero passo che dobbiamo compiere è verso il saper sempre agire in nome della nostra FEDE e quindi per AMORE. Dobbiamo arrivare a liberarci dal peso ossessivo dell’osservanza dei precetti, per attuare il nostro libero incontro con la Grazia che Dio ci offre. Citando il noto episodio evangelico del paralitico portato a Gesù su una brandina, fatta calare da 4 amici attraverso il tetto di una casa, Don Angelo ha evidenziato come la retta via non è quella delle persone che “rispettano le regole”. Il buon cristiano cerca una relazione d’amore con Dio e i fratelli. Questo avviene per azione di Grazia, Fede, Preghiera e ci fa entrare nel MIRACOLO della cancellazione del nostro PECCATO. Il Miracolo non è per darci la prova della divinità di Dio, il vero Miracolo è la cancellazione dei peccati. Questa possibilità è data a tutti e il Miracolo è la misura della trascendenza della nostra vita, non è mai solo un beneficio terreno, ma è in vista della vita eterna.

Siamo tanto attaccati alle cose terrene da avere fiducia totale negli uomini in varie occasioni (es. ascensore, treno, aeroplano, ecc.), che viviamo senza eccessivi dubbi o verifiche sul fatto che la nostra incolumità possa essere messa a rischio. Siamo invece restii ad avere piena fiducia nella trascendenza della nostra vita e di Dio. La vera Grazia non è quella di avere una vita serena, ma quella di saper accettare e godere la mia condizione di vita, qualunque essa sia. Il presupposto sbagliato della preghiera è chiedere che si avveri una nostra richiesta, anziché la volontà di Dio su di noi.

Nella condivisione che ha chiuso la serata, sono emerse opinioni e sensibilità molto differenti riguardo il senso del dolore, della morte e della vita eterna. La relazione tra le disgrazie dei singoli e la loro vita di fede ci sfugge; il pensiero che ogni dolore su questa terra possa contribuire al bene comune ed universale dell’umanità non è sufficiente a rispondere al significato della sofferenza dei singoli; anche la relazione del male con il peccato non sempre è così immediata da credere e comprendere. La conclusione che però ha trovato in fondo tutti d’accordo è che l’umanità intera è espressione della bontà di Dio, per cui non si potrà mai capire il senso di ogni singola vita, nel bene e nel male, senza rimandarla alla trascendenza di Dio e al MIRACOLO del Suo Amore ostinato ed eterno per ogni singola donna e singolo uomo e per tutte le donne e tutti gli uomini.

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