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Scuola responsabili del 9 gennaio

14 Gennaio 2015 3.078 visite

La prima serata di Scuola Responsabili del 2015 si è tenuta alle 21 a Cassano, la sera di venerdì 9 Gennaio. All’incontro eravamo presenti in buon numero, quasi una quarantina di amici che hanno già ricevuto il Cursillo.
L’incontro era stato preceduto da una riunione del Gruppo Operativo Formazione. Qui si è sviluppata una preziosa condivisione sulle tematiche da proporre e l’impostazione da dare agli incontri della Scuola Responsabili. Ad esempio, è stato puntualizzato che mentre all’Ultreya si valorizza soprattutto l’esperienza e la vivenza, sia del rapporto con Dio sia con i fratelli, nella Scuola Responsabili si deve sviluppare la consapevolezza delle ragioni della nostra VITA di fede. La formazione DOPO il Cursillo serve per poter dare anche qualcosa (= testimonianza) agli altri. Dalla 3 giorni in poi, spesso non restiamo tanto col ricordo delle parole udite, ma ci portiamo nel cuore le atmosfere, le persone, il desiderio di andare avanti. Questo è il percorso da fare come Responsabili: credenti, praticanti, convinti, coerenti.
Con queste premesse, ricordando l’ultimo incontro del 2014, nel quale Don Angelo Vennarucci ci aveva diffusamente e in modo dettagliato parlato dei doni dello Spirito Santo, pensavamo che la serata di Scuola Responsabili che ci attendeva potesse sviluppare il tema della presenza dello Spirito Santo nei Sacramenti, per poi dedicare le serate successive in modo più specifico all’Eucarestia e alla celebrazione eucaristica.
E lo Spirito Santo è stato davvero al centro della serata di venerdì 9 gennaio, tanto che ha suggerito a Don Massimo, forse stimolato da una così viva partecipazione a questo primo incontro dell’anno, di …. improvvisare. Ai presenti ha chiesto di esprimere delle preferenze e delle attese sui temi da trattare e dalle risposte, prima timide, poi via via più numerose e spontanee, si è capito che la partecipazione alla Santa Messa doveva essere il tema di quella serata di Scuola Responsabili.
I “lontani” spesso dicono di annoiarsi alla Messa. Ma non capita anche a noi? Certo! Ma una brava donna di casa fa da mangiare anche quando non ne ha voglia! Non è un obbligo, ma una spinta del cuore! Così per noi andare in chiesa e a Messa. Anche a noi capita di andarci superficialmente. Interrogare noi stessi può essere uno stimolo per rivitalizzare la nostra fede e le nostre pratiche. Il valore della Messa non è nel celebrante! “EX OPERA OPERATOR”, significa che il gesto liturgico vale a prescindere dal celebrante. La predica non è il punto centrale della messa. Eppure è quello che più spesso ci colpisce, nel bene o nel male. Il frutto della Messa non è quello che io colgo, ma il DONO che Dio mi offre. In tutti i sacramenti c’è l’invocazione allo Spirito Santo. Nella Messa, in particolare la preghiera eucaristica terza invoca lo Spirito Santo sul corpo di Gesù e su tutti i presenti, perché diventino un solo corpo e un solo spirito. La Messa ci vuol far diventare fratelli. Andiamo a Messa non per nostra scelta (“concessione” a Dio), ma perché convocati da Lui; noi vorremmo i frutti che decidiamo noi e rischiamo di perdere quelli che Lui ha preparato per noi. Il primo frutto è la comunione tra i fedeli. “La Messa è finita” ha il significato di “Il vestito è confezionato”. Bene, allora vai e INDOSSALO!!!! Ogni sacramento è valido per opera di Cristo e dello Spirito Santo, a prescindere dalla santità del ministro. L’emozione che ci dà una Messa non è la misura della sua efficacia per la nostra anima e per la nostra vita.

Questa è stata una sorta di introduzione al tema dell’azione liturgica. La prossima volta Don Massimo ci parlerà del linguaggio liturgico dei gesti dell’eucarestia… a meno che lo Spirito Santo non improvvisi di nuovo…!!!!!!!

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